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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200

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a cura di Federico Adamoli

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   altro; Purg. xxv, 5. - 7. Essere in via, Essere in cammino. Fig. Purg. xxv, 54. - 8. Far via, per Servir di via; Inf. xiv, 141. -
   9. Fare una via, Camminare per quella via; Purg. iv, 36. -
   10. Prendere la via, vale, Incamminarsi, Mettersi in cammino; Purg. xxii, 125. - 11. Saper tener le vie, Aver pratica delle strade; Conv. iv, 24, 88. - 12. Tener mala via, Deviare dalla strada che sa-rebbesi dovuto seguitare; Inf. xvn, 111.
   Via, Avverbio, che unito ai verbi di moto, sì nel proprio sì nel fig., aggiunge forza al verbo, come si fa degli epiteti Batto, Lesto, e sim. Questo avv. occorre nella Div. Com. 17 volte; 8 nell'In/. (viri, 14, 42; x, 92; xi, 115; xiii,42; xviii,65; xxx, 68; xxxii, 112), 6 nel Purg. (vili, 39; xii, 70; xiv, 112, 124; xxiv, 18: xxv, 114) e 3 volte nel Par. (xvn, 99; xxi, 37; xxx, 141). - 1. Fig. Purg. xxiv, 18. - 2. Col Da; Purg. xxv, 114. - 3. Usato assol. col verbo non espresso ; Purg. xii, 70. - 4. Per Su, Orsù, Intimando qualcuno che se ne vada; Inf. vili, 42; xviii, 65. - 5. Via via, così replicato, si disse in significato di Subito subito, Incontanente, Appena che ; Purg. vili, 39.
   Via, Scorciatura di Fiata, collo scambio della .Fin V. Rammenta Vicis, Volta. E Fia hanno tuttora alcuni dial. Adoperato a significare la moltiplicazione di un numero per un altro; Vit. N. xxx, 21.
   Via lattea, Quel tratto di cielo che la notte si vede biancheggiare, per essere seminato di minutissime e quasi invisibili stelle. E la nebulosa, di cui col nostro sistema solare noi facciam parte. Dante la chiama Galassia dal lat. galaxia, e questo dal gr. yaXa§£a; Par. xiv, 99. Conv. n, 15, 6; ivi 34 e seg.: « Per la Galassia ha questo Cielo (stellato) grande similitudine colla Metafisica. Perchè è da sapere che di quella Galassia li Filosofi hanno avuto diverse opinioni. Che li Pittagorici dissero che '1 Sole alcuna fiata errò nella sua via, e, passando per altre parti non convenienti al suo fervore, arse il luogo, per lo quale passò; e rimasevi quell'apparenza dell'arsura. E credo che si mossero dalla favola di Fetonte, la quale narra Ovidio nel principio del secondo di Meta-morfoseos. Altri dissero (siccome fu Anassagora e Democrito) che ciò era lume di Sole ripercosso in quella parte. E queste opinioni con ragioni dimostrative riprovarono. Quello che Aristotile si dicesse di ciò, non si può ben sapere, perchè la sua sentenza non si trova cotale nell'una Traslazione, come nell'altra. E credo che fosse l'errore de'traslatori ; chè nella Nuova (traslazione) par dicere, che ciò sia uno ragunamento di vapori sotto le stelle di quella parte, che sempre traggono quelli; e questa non pare aver ragione