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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200

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a cura di Federico Adamoli

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   Virgilio
   2141
   filosofia ed alla poesia. Visse poi nella patria, a Roma, a Napoli, ecc., protetto da Ottaviano, da Augusto e da Mecenate e fu amico degli uomini più celebri del suo tempo, come Orazio, Asi-nio Pollione, Alfeno Varo, ecc. Morì a Brindisi il 21 settembre dell' anno 19 a. C. Dettò parecchi lavori poetici, come il piccolo poema epico Cuìex, le Scioglie o poesie pastorali, quattro libri di Georgiche, poema didascalico sopra la coltivazione, ecc. La sua opera principale è VEneida (2Eneis), poema epico in dodici libri, una delle più diffuse e più conosciute opere della letteratura classica latina. - Nella Div. Com. Dante scelse Virgilio a sua guida attraverso VInferno e su per i gironi del Purgatorio sino all'entrata nel Paradiso terrestre. Sui motivi che poterono indurre l'Alighieri a scegliere per l'appunto Virgilio a sua guida per l'Inferno e per il Purgatorio cfr. anzi tutto Domenico Comparetti, Virgilio nel medio evo, 2 voi., Livorno, 1872, della quale opera giova riprodurre il relativo sunto datone da Franc. d' Ovidio, Saggi Critici (Napoli, 1878, pag. 324 e seg.): « Fino dai primissimi tempi dell' impero, Virgilio, per l'importanza altamente nazionale del suo poema (il quale è come una glorificazione preistorica della storia futura di Roma e di Augusto), e per la sua bontà d'animo divenne presto assai popolare. E siccome egli portò al più alto grado la lingua poetica, come Cicerone la prosastica, e al suo poema si mise con una preparazione assai accurata di ricerche e di studj elettissimi d' ogni genere (e a studiar molte diverse cose s'era messo già da giovinetto nelle scuole di Milano), così egli fu presto tenuto non meno per poeta felicemente ispirato che per uomo dotto e sapiente e per grammatico e linguista di gran valore. Tanto più che il primo testo che si mettesse in mano ai giovani nelle scuole più elementari, era appunto il testo virgiliano, il concetto del quale veniva così ad essere come tutt' uno con quello della grammatica e della istruzione. E nella scuola esso restava sempre di grado in grado, mutando solo il modo di esercitarsi intorno ad esso. I retori ne traevano continuamente immagini, descrizioni, ecc. -Or, come più il sentimento vero del bello e dell' arte veniva decadendo, più veniva ingrandendosi nella immaginazione degli infiniti ammiratori di Virgilio il concetto superstizioso della sua sterminata dottrina, della sua prodigiosa multiscienza; cose un po'più materiali, da cui perciò le menti inselvatichite sono colpite assai più che dalla finezza dell'ingegno e dell'eleganza dello stile, che esse non sono più in grado di sentire e di valutare. I Saturnali di Macrobio (IV-V sec. di C.) sono la glorificazione di Virgilio, sapientissimo in tutto: grammatica, rettorica, astrologia, filosofia, diritto augurale, ecc. - In tutto il medio evo cristiano, in cui tanto