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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200
Virgilio
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del terrestre paradiso. E qui ecco apparire con tutto quel grandioso corteggio simbolico, Cristo e il carro della Chiesa e i libri della Rivelazione, ecco apparire Beatrice, la quale, dopo avergli acerbamente rimproverato il suo straniamento da lei e quindi riconciliatolo seco, lo guida attraverso il cielo sino all'Empireo, sede di Dio e dei beati, e qui, non avendo oramai a guidarlo più oltre, lo lascia in braccio alla contemplazione, figurata in San Bernardo. - Ecco dunque il duplice Direttivo necessario all'uomo. Nè si dica che nel Poema le guide sono più di due. Chè Virgilio guida veramente il mistico pellegrino sino al Paradiso terrestre, e Beatrice sino all'Empireo. Stazio non è che un compagno di viaggio e non sottentra mica come guida a Virgilio, Che poi nel Paradiso terrestre Dante trova Matelda, e nell'Empireo San Bernardo, ciò non vuol dire che questi due personaggi gli furono guida. Nè Matelda lo guidò oltre il Paradiso terrestre, nè San Bernardo oltre l'Empireo. - Due sono dunque le guide, tanto nel Poema, quanto nel De Monarchia. Attenendoci al sistema dantesco non può quindi cadere il menomo dubbio sul significato allegorico del duplice Direttivo, Virgilio e Beatrice. Se l'autorità secolare è quella che deve guidare l'uomo alla beatitudine di questa vita, figurata nel terrestre Paradiso, va senza dire che Virgilio, il quale guida Dante sino al Paradiso terrestre, è per l'appunto il simbolo, la personificazione dell'autorità imperiale. E se all'autorità ecclesiastica incombe di guidare l'uomo alla beatitudine di vita eterna, figurata per lo celestiale Paradiso, va pure senza dire che Beatrice, la quale guida Dante sino al sommo dei cieli è per l'appunto il simbolo, la personificazione dell' autorità ecclesiastica. Questa è l'interpretazione data colla maggior chiarezza da Dante stesso. - Gli antichi ed il più dei moderni commentatori vogliono che Virgilio sia il simbolo della ragione naturale e della filosofia, interpretazione che in sostanza è la medesima, onde la differenza è di parole anziché di senso. Imperocché se l'autorità secolare deve guidare l'uomo alla temporale felicità secondo gli ammaestramenti filosofici essa è pure la rappresenta-trice in terra della filosofia. Onde Virgilio, appunto perchè simbolo della secolare autorità, è pure simbolo della ragione naturale.
Il poeta Virgilio è nominato, si può dire in ogni pagina, non solo nella Div. Corri., ma eziandio nelle altre opere di Dante: 1. Col semplice suo nome 32 volte nella Div. Com., cioè 5 nell'In/, (i, 79; xix, 61; xxm, 124; xxix, 4; xxxi, 133), 25 nel Purg. (li, 61,74; vi, 67; vii, 7; vili, 64; x, 53; xiii, 79; xix, 28, 34; xxi, 14, 101, 103, 125; xxii, 10; xxm, 130; xxiv, 119; xxvii, 20, 118, 126; xxix, 56; xxx, 46, 49, 50, 51, 55) e 2 volte nel Par. (xvii, 19; xxvi, 118). 1 volta nella Vit. N. (xxv, 49). 7 volte nel Conv. (i, 3, 56; il, 6, 88 ;