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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Visconti di Milano
   2149
   visaggio per Viso, Volto ; più probabile ci sembra che Visaggio sia qui detta in rima per Visaccio, pegg. di Viso.
   Visconti di Milano, Famiglia nobile e principesca, la cui arme era una vipera, o biscione, che divora un fanciullo. È nominata Conv. iv, 20, 29 e ricordata senza nominarla Purg. vili, 80. Lord Vernon, Inf. voi. n, 605 e seg. : « Da un Eriprando milite millenario della milizia milanese, che si trovò alla difesa della patria nel 1037 contro l1 imperatore Corrado, il quale voleva vendicarsi della protezione accordata da' Milanesi al loro arcivescovo, pare che cominciasse la famiglia Visconti, nobilissima e tuttavia esistente. Questo Eriprando chiamavasi Visconte, perchè probabilmente i suoi antenati erano luogotenenti o vice conti del conte di Milano, o perchè con questo titolo governasse qualche tratto di paese di cui l'Arcivescovo fosse conte. - Trovasi poi un Ottone Viceconte dell'Arcivescovo di Milano, il quale coll'esercito milanese passò all' acquisto di Gerusalemme e vi si coprì di gloria. Vuoisi che colà Ottone avesse un duello con un Saraceno, il quale portava sullo scudo scolpita una Vipera attortigliata che divora un bambino; lo vinse e d'allora in poi l'impresa del maomettano diventò l'arme dei Visconti e talora delle milizie milanesi. Nel 1111 Ottone seguì Arrigo re dei Romani per la coronazione a Roma, e vi fu ucciso dal popolo dopo di avere salvato la vita al suo principe. -Un altro Ottone Visconti fu eletto arcivescovo di Milano nel 1262, perchè così volle il cardinale Ubaldini, contrastandogli la sede Raimondo della Torre ; ma non gli riuscì di prenderne possesso che nel 1277, e colle armi alla mano. Insieme colla potestà spirituale ebbe anche la temporale in Milano; e volendosi reggere nel potere, minacciato com'era dai Torriani, preferì dividerlo con Bonifazio marchese di Monferrato. Ma quando si sentì più forte, mosse il popolo a tumulto nel 1283, e cacciò via Giovanni del Poggio vicario del marchese; poi si alforzò dell'amicizia dei Cremonesi, Piacentini e Bresciani; e procedendo di vittoria in vittoria, potè nel 1286 allontanare con trattato i Torriani dal territorio milanese; e vedendosi vecchio, riformati ad arte gli statuti del Comune, a grado a grado si associò al potere Matteo suo pronipote, all'oggetto di fare ereditario nella famiglia il dominio. -Alla morte dell'arcivescovo successe Matteo tranquillamente nella signoria, e la sorte che con lui scherzò più volte, gli fu propizia fino al 1302. In quest'anno spaventato da una lega di varii tiran-netti della Lombardia capitanati da Alberto Scotti, senza tentar nemmeno un fatto d' armi, abbandonò il dominio ritirandosi sulle solitarie sponde del lago di Garda. Ricomparve in iscena nel 1311