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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200
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della patria, e costrinselo a farsi nominare suo collega nel potere. Ma presto furono in discordia, e fomentò gli sdegni l'Arcivescovo Ubaldini, il quale simulando amicizia al conte Ugolino lo indusse a cacciare il nipote. È noto come il conte si trovò ben presto involto egli stesso nella rovina del nipote. Il Visconti espulso da Pisa si riparò a Lucca, donde fece guerra ai Pisani or con prospera or con avversa fortuna. Collegatosi coi Genovesi per invadere la Sardegna, e impadronirsi di quelle terre clie Mariano, suo cugino, avea lasciate al comune di Pisa, fu dai Pisani dichiarato decaduto da ogni diritto sul giudicato di Gallura. E fu facile l'esecuzione di questo decreto, perchè Nino morì nel 1298, non lasciando di Beatrice d'Este sua moglie che una figlia, la quale fu Giovanna, maritata poi nel 1308 a Rizzardo da Camino vicario imperiale in Treviso. Dopo quest' epoca non si fa più menzione dei Visconti nelle storie Pisane. »
Vistlomim, detti anche Bisdomini, Nobile famiglia fiorentina di parte guelfa « padroni e difenditori del vescovado » di Firenze (cfr. Vill., Cron., iv, 10; v, 39; vi, 33). Menzionati Par. xvi, 112. Lord Vernon, Inf. voi. ti, p. 607 e seg.: « Dell'antichità dei Vi-sdomini fa fede il sapersi che Carlomagno decorò del grado equestre messer Buonaccorso durante la sua dimora in Firenze, e che dopo due secoli il medesimo onore fu conferito da Arrigo I ad un messer Cerrettieri. Gherardo detto rosso fu console nel 1198, Aliotto nel-1'anno appresso; ambidue poi erano consiglieri, e con essi Davizzo, Simonetto e Gherardino, nel 1201 quando fu ratificata la pace e l'alleanza con i Senesi. Furono coi guelfi nei civili tumulti, e tra quelli, che furono costretti ad abbandonare Firenze dopo la battaglia di Montaperti, in cui pugnarono Aldobrandino di Romeo e Te-dice di Aliotto. La pace del 1280 fu sottoscritta da Tieri cavaliere a spron d'oro, e da Uberto soprannominato Malalingua; alla battaglia di Campaldino era la famiglia rappresentata da messer Tino che lasciò la vita sul campo. Negli sconvolgimenti dei Bianchi e dei Neri, seguirono i Visdomini la parte Bianca, ed ebbero a contendere lungamente coi Falconieri; finché, a mediazione del Vescovo, non fu posto fine allo spargimento di sangue e alle offese colla pace del 1301. Peraltro dal benefizio di quella rimase escluso, per i molti delitti che aveva commessi, Guccio di messer Cerrettieri, a cui fu dato baudo di ribelle. - Nella sentenza da Arrigo VII pubblicata per dichiarare ribelli dell'impero quei principali tra i guelfi fiorentini che lo aveano costretto a levare l'assedio della città, trovansi rammentati Canciozzo di Tieri, Simone di Guido, Gherardo di Uberto con ser Albizzo suo figlio, Tuccio di Teruccio