Stai consultando: 'Enciclopedia Dantesca Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z', Giovanni Andrea Scartazzini

   

Pagina (985/1033)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (985/1033)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Visibile-Visione 2153
   e Lorenzo di Banco. Alla battaglia di Montecatini erano feditori Piero di messer Gola, Ghino e messer Gherardo; altri pure vi combattevano di questa casa; e vi lasciarono la vita Matteo di Neri Gioja e Lotto figlio di Lapo suo fratello. Nè mancarono i Visdo-inini alla guerra fatta contro Castruccio, perchè nel ruolo dei feditori che facevano parte dell'oste fiorentina, ben quattro dei loro si annoverano. - Ribaldo traditore, e disonore della sua casa, fu messer Cerrettiere figlio a Simone di Banco, il quale fattosi consigliere a Gualtieri di Brienne duca di Atene che avea usurpato il dominio di Firenze, lo spinse a tirannico governo; motivo questo pel quale nel giorno in cui il popolo fiorentino si scosse dal suo letargo e si levò per cacciare il tiranno dal mal carpito potere, fu tra i patti imposti al duca per lasciarlo uscir salvo dalla città, che s' immolasse alla pubblica vendetta il perfido ministro. Che se in quel dì fu a lui sì propizia la sorte da poter salvare la vita, non bastò peraltro a salvarlo dalla infamia, e dall'essere dipinto qual traditore della patria nella parete esterna del palagio del Potestà. -Ed è cosa notevole che mentre un Visdomini favoriva il tiranno, un altro della medesima casa cospirava per sbalzarlo dal trono; ed era questi un messer Giovanni, quello stesso valorosissimo condottiero, che poi nel 1351 tanto benemerito della sua repubblica quando costrinse Giovanni da Oleggio a levarsi dall'assedio di Scar-peria. Il Comune fiorentino tanto pregiò il suo valore, che volle con decreto pubblico farlo di popolo con tutti i suoi discendenti per rimunerarlo in qualche modo dell' atto magnanimo. - Questa è l'ultima volta in cui il nome dei Visdomini leggesi nelle istorie. Forse durarono ancora per alcune generazioni, ma non dettero agli scrittori materia per registrare le loro azioni. Ora certamente sono estinti, perchè è certissimo che i Cortigiani furono gli ultimi a spegnersi di tutta la vasta consorteria che insieme con essi comprese e i Visdomini, e gli Aliotti, e i Tosinghi e i della Tosa. »
   VisIMle, lat. visibilis, Che può vedersi, Atto a esser veduto; e Manifesto. 1. Agg. Par. vili, 23; xiv, 17; xxx, 100. Conv. ili, 9, 40, 42, 44, 49, 50, 51, 55, 67, 70.- 2. Parlare visibile, così detto perchè le sculture che il Poeta aveva sotto gli occhi erano sì perfettamente condotte, che il loro parlare si vedeva, non si sentiva; Purg. x, 95. - 3. A modo di Sost. Purg. xv, 15. Conv. in, 9, 76, 77.
   Visiera, Parte dell'elmo che copriva il viso. Per metaf. Inf. xxxiii, 98.
   Visione, lat. visio, visionis, Il vedere, Veduta. Questo Sost.;
   occorre nella Div. Com. 10 volte: 4 nel Purg. (ìx, 18; xv, 85