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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200
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Visitare - Yiso
xvii, 84; xix, 56) e 6 volte nel Par. (ni, 7; xiv, 41, 49; xvn, 128; xxiii, 50; xxxiii, 62). 1. Per Immagine apparente; Par. iii, 7. -2. Apparizione di cose che l'uomo vede in sogno, o che pargli in atto di grande astrazione di mente; Purg. ix, 18; xv, 85; xvil, 34.
- 3. Visione, chiama Dante il complesso delle cose da lui vedute nel mistico suo viaggio; Par. xvii, 128; xxxiii, 62. - 4. E per II vedere semplicemente Conv. nr, 9, 66.
Visitare, lat. visitare, Andare a vedere altrui per ufficio di carità, d'affezione, d'osservanza. Visitare persone, luoghi, cose qua-lunque, o sia per atto spontaneo, o sia per ingiunzione avutane; nel senso di Andare a vederle, per esaminare, notare, provvedere, o sim. Inf. v, 89. Purg. xxii, 81; xxx, 139. Par. xxv, 18. - Nel linguaggio relig. detto del mostrarsi la potenza di Dio alle sue creature, o con grazie che ce lo facciano sentire più presente, o con sventure che son grazie anch'esse a chi bene le usa. Conv. iv, 19, 48.
Visivo, Che ha virtù e potenza di vedere; Par. xxvi, 71; xxx, 47. Conv. ni, 9, 62, 76, 96, 113.
Viso, lat. visus, Faccia, Volto. Viso, dall'organo della vista che vi risiede, o che nel riguardare la faccia più direttamente si esercita. Faccia è la figura del viso; la superfìcie della parte anteriore del capo, che rimati la medesima sempre. Volto è l'atto della faccia; atto che varia secondo lo stato del corpo, dell'animo.
- Viso ha usi più gentili di Faccia. Leggiadro viso; Faccia invetriata. - Questa voce occorre quasi in ogni pagina delle Opere di Dante; nella Div. Covi, è adoperata 99 volte: 30 neWInf. (iv, 11, 20; v, 110, 131; ix, 55, 74; x, 34, 93; xlil, 13; xv, 27; xvi, 14, 123; xvn, 52, 117; xvm, 47, 76, 128; xx, 10, 21; xxiii, 83; xxx, 54; xxxi, 11; xxxii, 45, 53, 70, 78; xxxiii, 48, 57, 102, 112), 35 nel Purg. (i, 95; il, 73; iii, 14, 55, 104; iv, 108, 113; v, 58; ix, 45, 84; x, 49, 119; xi, 54; xii, 82, 70; xiv, 9, 68; xv, 26, 103; xvi, 4; xvn, 41, 68, 107; xxi, 104; xxii, 3; xxm, 7, 32, 43; xxiv, 68; xxvi, 29; xxvin, 148; xxxi, 36, 74; xxxii, 7, 13) e 34 volte nel Par. (i, 142; n, 26; nr, 13, 129; iv, 11: vii, 34; vili, 96; x, 101; xv, 32, 114; xvit, 41; xviii, 17; xxi, 20, 61; xxii, 69, 133; xxm, 22, 33; xxiv, 41; xxvi, 1; xxvii, 6, 73, 78, 96; xxvin, 17; xxix, 77; xxx, 25, 28; xxxi, 27, 49, 54; xxxii, 27; xxxm, 83, 132). -1. Quella sembianza o apparenza che si scorge nel volto, secondo la diversità dell'indole naturale, o degli affetti che agitano l'anima; Inf. v, 131. Purg. xxi, 104. - 2. Viso, agli antichi, Il vedere, La facoltà visiva; Par. xxi, 61. - 3. E anche per Vista, Occhi, Sguardo; Inf. iv, 11; ix, 55; xviii, 76. Purg. x, 49; xv, 26; xvi, 4. Par.