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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200
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Volvere - Votare
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diletto senza dolore. E però che tra il diletto e '1 dolore non ponea mezzo alcuno; dicea che Voluptade non era altro, che non dolore.»
Volvere, cfr. Volgere.
Vommi, Forma antica da Andare, per Me ne vo', Me ne vado ; Inf. xv, 100.
Volino, da Andare, per Vanno; Par. xxviii, 103, sul qual luogo Nannuc., Verbi, p. 525: « In due maniere si formarono dagli antichi le terze plurali: la prima, traendole dalla terza singolare con la giunta del no, come amano, amavano, ecc., da ama, amava; la seconda, dalla prima singolare, come amono, amavono, da amo, amavo. Per la medesima regola dalla terza singolare va è vano, indi vanno, e dalla prima vo provenne vono, vonno, perchè in ono si erano terminate nei verbi di ogni maniera le terze plurali dell'indicativo presente. Ecco dunque, senza ricorrere alle licenze o al francese, come nacque vonno, che or si rifiuta, ma eh' è fondato sulla ragione delle diverse uscite che anticamente si diedero alle terzi plurali. »
V©s, voce lat. e prov. per Voi; Purg. xxvi, 141, 145, 147, xxxiii, 12.
Vosco, Voce della poesia, che vale Con voi, abbreviata da Vo-biscum, come Nosco da Nobiscum; Purg. xvi, 141. Par. xxir, 115. - E per Noto a voi; Purg. xi, 60. Nel luogo Purg. xiv, 105 la vera lezione è nosco, non vosco.
Vostro, lat. voster, e aur. vester, Agg. possessivo di Voi. Occorre sovente nelle Opere di Dante, per es. Inf. il, 92; vii, 85; ìx, 98; x, 94; xi, 103; xii, 21; xvi, 53, 58; xxi, 73. Purg. i, 8, 106; ih, 94; iv, 18; V, 30, 58. Par. il, 4, 14; in, 41, 99; iv, 40, 44, 70; v, 10; xxv, 78, ecc. - I vostri, nel plur., vale I vostri parenti, I vostri maggiori, Quelli della vostra parte, o sim.; Inf. x, 51.
Votare, lat. vovere; basso lat. votare, Offrire in voto, Obbligare per voto; Par. vii, 83, nel qual luogo Benv. ed altri prendono vota nel signif. di priva. Buti : « In quel luogo conviene essere lo ristoro, dove fu lo mancamento; e perchè nel peccato con-correno l'atto, perchè seguita la privazione, e quello atto si facon diletto, e così lo diletto conviene che si soddisfaccia contra lo mal diletto co la pena, e contra '1 mancamento del bene co l'operamento del bene. » Veli.: « Ed in sentenza dice, che l'umana creatura caduta nel peccato, non può rilevarsi, nè farsi degna del suo crea-