scoli o libri sacri che il padre gli faceva per esercizio ricopiare. Aveva quindici anni quando un vecchio amico di famiglia gli donò i volumi di storia romana del Rollin ; egli, che sapeva appena un po' d'italiano, si propose di tradurre per intiero l'opera francese, e, impiegandovi tutti i ritagli di tempo liberi dai lavori di campagna, dopo non pochi mesi d'indefessa attività, ebbe condotto a fine il lungo lavoro. Fu la volta che parve obbliare la consueta rigidezza perfino il padre; il quale, dopo aver seguito - senza farsi scorgere, ma con evidente compiacenza - l'opera laboriosa del figlio, permise a questo di far rilegare con certo lusso a Coirà il voluminoso manoscritto. Ripensando al tempo speso in cotesta fatica, lo Scartazzini ne' suoi migliori anni sorrideva per compassione di sé ; ma credo dimenticasse cosi la prima origine della sua fortuna.
Il parroco del paese, che del giovinetto ricordava la pronta memoria e la facile parola, veduto e ammirato il manoscritto, consigliò notar Bortolo ad avviare il figlio alla carriera ecclesiastica; aderì da prima il padre, ma, quando apprese la via lunga e dispendiosa degli studi classici e teologici da percorrere, dichiarò poi non esser disposto a sostenere la soverchia spesa. Al giovinetto s'offerse dunque di provvedere il parroco, e lo raccomandò all'istituto delle missioni protestanti in Basilea, dov'egli fu tosto ammesso e vi fece si rapidi progressi da riuscir in breve assai più valente nella lingua tedesca che nell'italiana. Per convinzioni religiose diverse da quelle professate nell'istituto, prima d'aver interamente compiuti gli studi filologici, passò ai teologici nell'università di Berna; ammesso in fine al ministero riformato, ebbe il primo ufficio di parroco fra i monti dell' Oberland Ber-