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Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 8 —
   e colla catastrofe d'un capo mozzo?.... Vergógna^, e vattene. —
   Mentre il cartaio s'infervorava nella sna tirata, face-vasi croccliio intorno a' lai, e chi l'ascoltava a bocca aperta, chi si stringeva nelle spalle, chi sogghignava, chi dava segni d'approvazione, secondo che la pensava sul doro argomento della pena di morte. Bartolino, che aveva intanto scrollato il capo, come colui che non era persuaso di quella predica, facendo in faccia a Marcellino un visaccio e uno scambietto, s'allontanò alcuni passile ripigliò a squarciagola: « TJn soldo, un soldo, la de.... bella storia dell'assassino Civetta. E i ragazzi e qualche uomo ancora, furongli addosso con fischi e con urli, gridando confusamente: Ih! tartaglioneì dàUi, dàtti al tartaglioneì.... E volevano strappargli di mano le stampe della sentenza, e venir forse a qualche cosa di peggio. Ma la scena si mutò ad un tratto, sopravvenendo il signor Teòtimo, cui tutti fecero di cappello, passando dal chiasso al silenzio. — Ed or vi dirò chi sia il signor Teòtimo.
   Questi è un signore che ha possidenze da quelle parti, e che è molto e degnamente stimato pel suo senno e per la sua autorità, già egli sindaco o no, la sua parola è sempre ascoltata con attenzione, il suo consiglio generalmente seguito. L'aspetto di^ lui concilia amore • e confidenza, come quello di certi uomini antichi, dei
   quali ornai è logorato lo stampo. S'ei vi guarda, ne leggete l'animo negli occhi; e sulla fronte gli scorgete la
   s