Stai consultando: 'Figli del popolo venuti in onore Operetta storico-morale', Salvatore Muzi

   

Pagina (10/218)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (10/218)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   , e credeva di far negozio spacciandone la storia per Pian di Màcina, e per Musiano, e per Pianoro, e per Sesto, dove il ribaldo era pur troppo conosciuto. Ma JBartolino, che pel difetto del tartagliare è un poco uggioso, ha commesso poi uno sbaglio nella scelta della storiella da cimentare in commercio. Perchè infatti propagare fra il popolo i delitti d'uno scellerato? Non era forse meglio spacciar la vita di qualche figlio del popolo venuto in onore ?
   — Oh la mi scusi, interruppe il cartaio. E quando mai s'è sentito che un figlio del popolo sia venuto in onore? I cenci vanno all'aria.....
   — Adagio, adagio, soggiunse il signor Teòtimo; la faccenda non va sempre così. Fra il popolo v'ha di quelli cui non arride l'ingegno, o l'occasione, o la fortuna, e costoro non si alzeranno in onoranza, ma forse forse non declineranno in abbiezione. V'ha poi qualcuno che per ingegno privilegiato e per volontà straordinaria di levarsi dal suolo, giunge ad un' altezza che non era prevedibile. J
   — Oh si, prese a dire uno stovigliaio, ma non saranno Bartolini.
   — Oh sì gli rispose di rimbecco Bartolino, ma non saranno pe.... pentolai.
   A questi frizzi s'alzò uno scroscio di risa nell'agreste comitiva ; ed il signor Teòtimo, con un cenno della mano persuase a tutti il silenzio. — Ricondotta l'attenzione, il valentuomo proseguì: A Brescia visse un ra-