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Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 13 —
   — SI ś, ś ś, gridarono tutti applaudendo. — E il savio signore li prese a volo, e disse : Invece della vita e della morte di un ribaldo, potrebbero narrarsi le storie di molti figli del popolo venuti in onore : ed io (se non vi fosse a noia) un po' a memoria, un po' con aiuto di libri, potrei trattenervi nei giorni festivi d'estate con utili conversazioni. Siete voi del parere?
   — Si, si, e di cuore!
   — Oh per dieci... e... e due dodici, che>be... bella cosa! griḍ da ultimo BartoHno.
   E il maestro soggiunse : E quale vita ci narrerà per la prima?
   — Quella dell'arrotino, diceva uno.
   — Quella del barbiere, soggiungeva un altro.
   — Quella del facchino, interrompeva un terzo.
   — No, no, quella del pentolaio, quella del porcaro, quella del falegname!... e facevano un frastuono da stordire.
   Allora il signor Tẹtimo: lascieremo la scelta a Bar-tolino.
   — Tartaglia, Tartaglia, fu il grido unanime della comitiva.
   — Tartaglia dunque, Tartaglia. — E fu cosi stabilito.
   — Narri, narri!
   — Cosi su due piedi non potrei. Ho bisogno di consultare il libro d'un certo Loṃnaco, e potṛ rendervi contenti. Ora ̣ tempo che andiate a desinare. Oggi dopo il vespro v'aspetto tutti alla Colombaia, e vi
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