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Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   da più di tre secoli: ed io ricordo d'aver letto in una Strenna, d'un certo Vittorino da Feltro, il quale fu poveretto ma poveretto assai, poscia diventò un gran maestro, e sedette a tavola con ambasciatori e con principi: ma Vittorino fiori molti anni prima ancora del Tartaglia; sicché invece di venire innanzi mi pare che andiamo indietro.
   Ohi no no. Anche ai nostri giorni abbiam veduto gar-zonetti poveri migliorar condizione, e venire onorati da ogni classe sociale, perchè vollero collo studio, con indefesso studio, uscir dalla triste condizione in cui erano nati. Io sono stato scolaro ed amico d'un uomo rispettabile e segnalato, il quale mori nell'autunno 1854, e che dovette solamente a sé stesso ciò ch'egli seppe divenire* Egli stesso mi ha tocchi talvolta così di volo i principali fatti della sua vita: ma il sole ornai ornai tramonta, per cui mi parrebbe opportuno il far festa.
   Oh no, disse il signor Diodato : ci narri qualcosa di questo suo maestro ed amico. Io ne sono ansioso, e gli amici pure mi par che siano.
   — Sì sì, ci narri ci narri, sclamarono gli altri, che prendevan piacere a que' racconti.
   — Se non le è grave, soggiunse il cartaio.
   —• No non mi è grave, rispose il signor Teòtimo: oggi ho tenuto cattedra io, domenica vorrei che la tenesse il maestro, raccontandoci la vita di Vittorino da Feltro, che ha accennato d'aver letto in una strenna.
   — Farò alla meglio, rispose il signor Diodato. —