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Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 25 —
   grossa, il cappello di doppio feltro e le scarpe di vacchetta. Questo giovine di mezzana statura, ben complesso della persona, con ampia fronte ed occhio piccolo e splendente, si presentò a lui senza baldanza e Ben za timore ; e interrogato sulla faccenda della tariffa, espose la sua teorica con tale una chiarezza, con tale un ordine, che il Galletti gli commise la compilazione del libro, e fu meravigliato di tanta lucidezza d'idee in un ragazzo del popolo, che altri maestri non ebbe avuto da fanciullo che quelli delle Scuole Pie!
   — E tagliava il salame ? dimandò il sig. Diodato.
   — Già: ma per poco. Infatti a que'giorni era aperto un concorso per la scuola municipale di Crevalcore. Il giovine salsamentario vinse la prova con tutti i competitori, andò maestro nella patria di Marcello Malpighi : e sapete chi era siffatto maestro? Camillo Minarellil
   — Come, sclamò il signor Diodato ; quel Minarelli, che scrisse un Trattato d' Aritmetica teorica ?
   — Appunto !
   — Quegli che compilò un bel libricciuolo di geografia?
   * — Appunto!
   .. — Che compose un abbaco, una grammatica italiana?
   — Appunto, appunto, appunto !
   — Oh chi l'avrebbe mai creduto!
   — Eppure è cosi. Egli andò dunque a Crevalcore, e prese ad insegnare. Per sua fortuna capitò bene a scolari, poiché il primo de' suoi alunni fu quel Francesco Bertelli che diventò il più perfetto ingegnere civile
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