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le matematiche ; vàl éerto Biagio Pellacano, che le insegnò a Pavia, a Bologna, a Piacenza ed a Padova: ma costai faceva mercato della scienza, e non 1' insegnava a chicchessia, fosse pur povero e di mente acuta, oltre ogjtf. 41re, se noi pagava ben bene. te ! sclamò il cartaio.
ino, che voleva ad ogni costo imparare le le, cioè il conteggio più sublime e più difficile, al Pellacano, e gli disse: Illustre Professore, povero giovane,
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Che avendo studiato grammatica e filosofia, Uhm!
— Vorrei imparare le matematiche,
— Bezzi!
— Non ne ho d'avvantaggio.
— Allora statevi nell'ignoranza.
— Ma io vorrei imparare, ho bisogno d'imparare, farò qualunque sacrifizio per imparare!
— Ebbene : veniamo a patti (disse quell'esoso, quel taccagno, che s'era accorto dell'ardente desiderio di Vittorino); veniamo a patti.
— Proponeteli.
<— Io t'insegnerò, e tu verrai in mia casa, ricambiandomi servigio con servigio.
— Volentieri.
— Mi terrai in assetto la scuola.
— Poco male.