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— Te Dcum / disse l'organista, che fa compensato delle fatiche.
— Oh sì compensato. Nè solo con doni e larghi stipendi , degni d' un tal maestro, ma col dargli facoltà di erigere la scnola dove più gli piacesse, di ammettervi alunni a talento suo, di essere a' figliuoli di Gian-francesco un secondo padre, per amore, per cura, per vigilanza.
Quest'è, o signori, Pimportante della vita del buon Feltrese, del modello de' maestri di scuola, il quale cominciò stentando, e finì nell'agiatezza; nacque dal popolo e venne in onore; sopportò l'abbiezione, ed ottenne poi il rispetto e la stima di tutto lo Stato della Yenezia, anzi dirò dell'intera Italia.
— E visse molto, dimandò il segretario?
— Poco meno di sessantotto anni, essendo morto il 2 di febbraio del 1446.
— E i suoi scolari fecero onore al maestro?
— Tutti. Lodovico Gonzaga succedette al padre e fu principe di rara bontà e giustizia, Carlo fu un prode militare, Gianlucido protettore delle scienze e delle arti, Alessandro letterato di merito, e Cecilia, coltissima e virtuosissima donna.
— Bravo, bravo! proseguì il segretario. Allora facciamo plauso a Vittorino da Feltro, a' suoi alunni, ed al signor Diodato che ce ne ha detto la storia.
— Viva il signor Diodato, intonò il signor Teòtimo; viva il nostro maestro!
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