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Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 45 —
   — Te Dcum / disse l'organista, che fa compensato delle fatiche.
   — Oh sì compensato. Nè solo con doni e larghi stipendi , degni d' un tal maestro, ma col dargli facoltà di erigere la scnola dove più gli piacesse, di ammettervi alunni a talento suo, di essere a' figliuoli di Gian-francesco un secondo padre, per amore, per cura, per vigilanza.
   Quest'è, o signori, Pimportante della vita del buon Feltrese, del modello de' maestri di scuola, il quale cominciò stentando, e finì nell'agiatezza; nacque dal popolo e venne in onore; sopportò l'abbiezione, ed ottenne poi il rispetto e la stima di tutto lo Stato della Yenezia, anzi dirò dell'intera Italia.
   — E visse molto, dimandò il segretario?
   — Poco meno di sessantotto anni, essendo morto il 2 di febbraio del 1446.
   — E i suoi scolari fecero onore al maestro?
   — Tutti. Lodovico Gonzaga succedette al padre e fu principe di rara bontà e giustizia, Carlo fu un prode militare, Gianlucido protettore delle scienze e delle arti, Alessandro letterato di merito, e Cecilia, coltissima e virtuosissima donna.
   — Bravo, bravo! proseguì il segretario. Allora facciamo plauso a Vittorino da Feltro, a' suoi alunni, ed al signor Diodato che ce ne ha detto la storia.
   — Viva il signor Diodato, intonò il signor Teòtimo; viva il nostro maestro!
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