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- Finisca, finisca!
- Andiamo dunque innanzi.
In prima io cerco conoscer me stesso, E tesser mio tra gli uomini figuro, Com'è proprio fra gli alberi il cipresso.
Sto paziente al pover stato, e duro E sto della disgrazia sulle porte, Come colui che sta tra* calci e il muro.
Vivo dell'arte mia, e soldo e corte Fuggo , come cagion di molti danni, Come si fuggon Varmi della morte.
Non ho brama di roba che m'affanni, Per ch'io so che difendon l'acqua e 'l vento Come le sete e gli ostri, i grossi pannu
- È un galantuomo!
- Senza dubbio.
La libertà mi fa viver contento, La qual cara mi fu fin da fanciullo, Com'è caro all'avar Voro e l'argento.
- Bravo!
Il mangior bene o mal non stimo un frullo, Perchè Fabrizio colle rape, valse Come col suo fagian valse Lucullo.
-Viva Giacomo!...
Non ho invidia, che il cor mi roda o infesti, Non ira, onde a vendetta il desir s'erga, Com'han gli orsi rabbiosi* o i can molesti.