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— Or bene, interruppe il narratore? Beniamino dai mestieri di saponaio e coltellaro, diventò filosofo e fi-si co; ed in Bologna abbiamo due fratelli, che furono arrotini e coltellinai, e che ora sono fabbricatori di ferri da chirurgo, premiati in Italia, premiati a Londra, e che saranno premiati in tutti i paesi del mondo.
— Davvero?
— Sì, davvero. Ma per non mettere il carro innanzi ai buoi, dirò prima del Franklin, poi, se mi avanza tempo e se il racconto non sia fastidioso, dirò de' nostri Bolognesi. — Beniamino dunque traeva di fuoco e lavorava coltelli ; ma un tal mestiero venendogli in uggia, ottenne permesso d'entrar lavorante in una tipografia, dove leggeva più che comporre, alimentava la memoria e lo spirito più che impinguare il borsellino e levare il corpo di grinze. Il capo della: tipografia era un suo fratello maggiore, di nome Giovanni, che aveva impaurata l'arte in Inghilterra, e che lo lasciava leggere e studiare a suo talento.
— Bravo!
— Ma una questione di famiglia tolse Beniamino dall'officina del fratello, sicché da Boston tragittò a Nuova York: ma qui non trovando lavoro, passò difilato a Filadelfia, dove non conosceva nessuno, e nessuno conosceva lui; ma dove un giorno sarebbe accolto coi pubblici applausi, e salutato benefattore dei popoli.
—f Oh!
— Sissignore, benefattore de' popoli. Intanto entrava
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