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le colonie inglesi in America sorgevano gridando indipendenza. La legge del marchio fa per esse rigettata, incendiati i carichi del thè, brandite le armi. La lotta fa lunga ed accanita, ed alla fine fa vinta dai cittadini delle colonie. Gli Stati Uniti si costituirono, e Dio non voglia che le discordie vengano adesso a dissolverli.
— Ebbene ?
— Ebbene: il Franklin, che sostenne le ragioni del suo paese dinanzi al Parlamento britannico, le sostenne poi a Parigi, ambasciatore del novello Stato federativo. Sulla fine pertanto del 1776, il venerando vecchione di settantanni entrava in Parigi, ed era guardato come una rara meraviglia, ed inchinato come un dotto, uno scienziato, uno statista, un onest'uomo rispettabile. Dopo sette anni, codesto patriarca dell'età sua, sottoscrisse a Parigi il grandetto, che assicurava l'indipendenza degli Stati Uniti. E quando nel 1785 fece ritorno al suo paese, l'arrivo di lui a Filadelfia fu un trionfo nazionale, una festa celebrata dalle migliaia del popolo, che locarono a braccia e lo portarono alla sua abitazione fra i plausi più vivi, e il suono delle campane, e il rimbombo dei cannoni.
— Viva Franklin! urlarono a un tratto gli ascoltanti: Viva Franklin!
— Ei visse ancora cinque anni, morendo nel 1790 in primavera, e gli Stati Uniti vestirono a lutto per due mesi, e l'Assemblea di Francia per tre giorni^
— Viva Franklin!