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Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 170 —
   — Zitti, zitti! disse Leonzio. — Ed il signor Teòtimo : « Un buon ometto di campagna si recò a Bologna in sul 1825, per istruire i suoi figlioletti nelle discipline elementari, e farne artigiani scozzonati. Ne pose uno al mestiere del battirame, un altro a quello dello staderaio, e due ad arrotare coltelli, ed affilare rasoi. Il battirame tirò di martello certi vasi eleganti da destare meraviglia: lo staderaio fu il primo che sciogliesse il problema della trasformazione de' pesi duodecimali nel metrico decimale, giovandosi d'un' asta sola, e mutando i marchi secondo il ragguaglio de' pesi diversi col metrico. La sua bilancia di trasformazione fu premiata dal Municipio bolognese che l'acquistò; ed'è oggi fra' più belli ornamenti, e fra' più utili del gabinetto tecnico di Bologna. Ma il battirame, che aveva nome Vincenzo, e lo staderaio ch'ebbe nome Francesco, oggidì sono morti, sicché di loro non dirò altro, se non che furono degni de' fratelli superstiti.
   — Ma quale fu il loro cognome ? Domandò il signor
   Niccolò»
   — Lollini!
   — Lollini? Allora so chi sono, e dove stavano. Rammento che un giorno dimandai al caffettiere della Barchetta chi fossero i fratelli Lollini ; ed ei mi rispóse con gravità: < sono coloro che cavano i bimbi di dosso alle madri ». Con che voleva dire che facevano ferri da chirurgo, ma specialmente per le operazioni d'ostetricia, —
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