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Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 174 —
   cesco, la quale attaccò alla coda d' un gatto sostanze infiammabili, cui diede il fuoco. La spaventata bestia corse qua e là per la casa e per la bottega, incendiandole. Il falegname volle spegnere il fuoco ; ma, troppo avventurandosi, ne rimase vittima. Cosi l'imprudenza d'una fanciulla piombò nella miseria l'intera famiglia !
   — Disgraziata!
   — Francesco, che aveva allora dieci anni, rifuggendo dal mendicare, fabbricò una bella e grande gabbia, poi andò al bosco ad uccellare, e portò a casa in breve tempo fringuelli, verdoni e calandre, cui prese ad ammaestrare con pazienza, facendo far loro diversi graziosi esercizi. Con tale pennuta famiglia andava a Sàssari nei giorni di mercato, e guadagnava di bei quattrini.
   — Bravo il garzonetto !
   — Bravo davvero! E i denari che guadagnava col-l'industria, li portava alla sua mamma, sollevandola dall'estrema povertà.
   — Oh caro!
   — Nè a ciò si stette contento. Educò una gatta — la bicmchetta — a fare giuochi cogli uccellini, destando meraviglia in chiunque la vedeva, e ammassando l'un di più che l'altro di che mantenere la famiglia. Alcuni signori comprarono per prezzo gli uccellini ammaestrati ; ed egli ne educò altri ed altri, e da ultimo dieci pernici, le quali facevano gli esercizi militari, marciavano jper due e per quattro, sparavano un cannoncino, al cui scoppio un passerotto disertore si fingeva morto.
   *