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— Come farebbero cani e scimmie ammaestrati.
— Appunto. Una delle pernici, la Bosoletta, era più docile e valente delle altre, e tanto s'era affezionata al suo domatore, che l'aiutava a rendere ubbidienti e disciplinati gli altri uccelletti.
— Come un aiutante di campo.
— Precisamente. Ella, sempre in prima fila, e colla testolina rivolta verso le truppe seguaci perchè camminassero diritto, non si sbandassero, ed eseguissero le evoluzioni comandate. La Rosoletta insomma era un prodigio della specie sua, e formava il più bell'elogio dell'abile e paziente giovinetto, che seppe si bene educarla. — Ma troppo presto finì la vita dell'industre garzonetto.
— Oh Dio!
— Un giorno, mentre in sulla piazza di Tempio dava spettacolo co' suoi pennuti, scoppiò improvviso un temporale, che ne spaventò e dispesse la maggior parte ; sì ch'egli si ridusse a casa coi pochi rimasti, fra i quali la fida Rosoletta. Alcuni giorni dopo, recandosi egli ad uccellare in campagna, raccolse de' funghi che l'umidità aveva fatto nascere. Erano funghi velenosi !
— Poverino!
— Ed egli, con una delle sorelle, fra spasimi strazianti morirono.
— Oh sciagura!
— La Rosoletta, che si tenne sempre vicino al giaciglio di lui, come lo vide immobile sul feretro, gli svolazzava intorno pigolando; e quando lo vide calar nella
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