Stai consultando: 'Figli del popolo venuti in onore Operetta storico-morale', Salvatore Muzi

   

Pagina (179/218)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (179/218)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — 179 —
   alle anni per scacciare dal giardino d'Europa gli ultimi barbari che puntellano ancora la vacillante prepotenza. Ora, ragazzi miei, fate conto d'essere antipodi.
   Antipodi! interruppe Isidoro; e ehe cosa vuole
   dire?
   — Antipodi, rispose il signor Niccolò, sono coloro che stanno nella parte della terra opposta alla nostra, e che per conseguenza hanno i loro piedi opposti ai nostri piedi. Ora, che avviene di loro ? Avviene che noi abbiamo il giorno ed essi la notte, che noi siamo qui svegliati, ed essi sono là che dormono. — Animo dunque, ragazzi, siate per un poco antipodi ; coricatevi nell'erba, riposate, e dormite. Cosi non vi romperete le costole, e serberete i polsi e le forze pel dì della battaglia, che io non credo lontano.
   A questa tirata del signor Niccolò si feoe silenzio; i giovani deposero le stanghe con che si battacchiavano ben bene, e s'asciugarono il sudore. Intanto da tutte parti giungevano gl'invitati, che erano stati al vespro alla parrocchia, e insieme con essi era il rignor Teòtimo, il quale scambiò i complimenti col signor Niccolò; . poi prese posto sotto l'olmo (poiché la giornata era calda e serena), e incominciò di questo tenore :
   — Oggi, amici miei, dirò d'alcuni Italiani che nacquero poveri, e divennero eccellenti capitani, illustri venturieri, ed eroi degni di poema e di storia. — Domenica ventura faremo l'ultima conversazione. •
   — L'ultima?