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Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 181 —
   luogo di buon grado, perchè se si tratta di ghiribizzi ne ho la mia parte, ma se ci mettiamo sul sodo a fare i dotti e gli eruditi, felicissima notte a lor signori ! Io non ho fritto studi, specialmente di storia: mi Bono occupato di campagna e d'agricoltura, e so trebbiare il grano, pigiare le uve, falciare i Beni, ingrassare buoi e maiali, e .cercar che la terra mi dia del ben di Dio quanto mai se ne può avere. Fin qui, amici miei, posso sedere a scranna; del resto la cedo al signor Teòtimo, al maestro, al segretario, e starei per dire, all'organista pur anche.
   Sorrisero gli astanti a questa nuova tirata del signor Niccolò, il quale volse intorno gli sguardi con paterno sorriso, poscia conchiuse : Finora ho fatto la parte della ruota maestra in questa nostra baracca ; ora mi ritiro e m'accontento d'essere un congegno secondario dell'ingranaggio. — A lei, signor Teòtimo ; tocca a lei il posto d'onore: noi tutti gli faremo corona; ed io le sarò di rimpetto a tenerle riscontro.
   Quando Dio volle, il signor Niccolò fece silenzio, e il degno narratore incominciò in questa guisa : Darò principio con Muzio Attendolo Sforza da Cotignola. Sanno essi dove sia Cotignola ? — E Biagio rispose: È nella bassa Romagna, dalle parti di Lugo; ed io vi sono stato parecchie volte a cóndurvi carretti di stoviglie.
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   — Bravo!
   — È un paese di buona gente , quantunque corra voce che vi si seminano insalate e cavoli, e che vi nascono ladri.
   *