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Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

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a cura di Federico Adamoli

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   — 184 —
   gli confermarono il soprannome di Sforza, che passò in cognome di famiglia: e da Ini nacque il celebre Francesco, che sposò la figlia di un Visconti e che fu signore di Milano. Vedete adunque da quali uihili principi si formò una famiglia nobile, e come a dire sovrana. Da ciò l'opinione d'alcuni scrittori, che Muzio non fosse un contadino, ma un gentiluomo. Come appunto de'nostri B enti voglio, che derivarono da un agricoltore eli Viadàgola, e che alcuni vorrebbero fosser discesi da Casa Sveva e dal re Enzo. — Ma tanto basti dello Sforza, il quale mori di 55 anni nel 1424.
   — Non era vecchio.
   — Oh no! E moriva annegato, per salvare un suo paggio trascinato dalla corrente del fiume Pescara.
   — Non era dunque cattivo!
   — E chi l'ha detto? Era un capitano di ventura; uno di que' tanti che menavano le mani per professione. E se fosse vivuto in secolo più civile e sotto migliori istituzioni, sarebbe stato un eroe, come il Turenna, il Montecuccoli, il Principe Eugenio, ed altri valorosi d'età più recente.
   — Qui il signor Teòtimo fece pausa; scorse gli ap-. punti che aveva scritti in un portamemorie, e prosegni: Ora dirò d'un altro prode, che forse avrebbe fatto meglio a zappare la terra per tutta la vita.
   — Attenti, attenti, disse Isidoro. /
   — Attenti, attenti, ripetè Masaccio. — E si fece nn ' silenzio, come se fossero in chiesa.
   *