Stai consultando: 'Figli del popolo venuti in onore Operetta storico-morale', Salvatore Muzi

   

Pagina (188/218)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (188/218)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — 188 —
   che il venire m onore è anche più bella; ma ehe quando l'ambizione di primeggiare trasmoda, è fatale, fatalissima: sicché fra le dne è meglio tenersi all'amile stato nativo, che spinger tant'oltre i desideri e le brame. Meglio dunque la vanga della spada, meglio la spada dello scettro, quando il salir troppo in alto fa fiaccare il collo... Dico bene?
   — Benissimo! sclamarono gli astanti. — e si fece un po' di silenzio, come quando si medita nell'intimo del pensiero e del cuore.
   — Intanto il signor Teòtimo, che aveva pronta un'altra narrazione, prese a dire: Due parole del gran Fer-# ruccio, l'ultimo de'grandi Fiorentini. Costui venne al mondo nel 1489 da poveri ed onesti genitori. Da giovinetto esercitò la mercatura; ma lo stare al fóndaco gli veniva in fastidio, perché più delle stoffe e de' libri di bottega gli piaceva la caccia.
   — Come piacerebbe a me ; per... dieci e due dodici.
   — Il Ferruccio si dilettò conversare con uomini ma» neschi, i quali erano chiamati bravi. Trovandosi alla taverna con alcuni cagnotti, fra quali un certo Cuie, venne a parole con costui, e gli disse; Taci, poltrone, che ti mostrerò che la tua spada è di paglia. Cui rispose Cuio : Ah! poltrone pennaròlo, tu mi bravi ah? — E così ambidue cacciarono mano alle spade; ma gU altri si misero di mezzo.,... e fu fatta la pace.
   — Così va bene, disse l'organista.
   — Il Ferruccio si dilettò assai delle armi, e Ai te*
   *