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nato uomo che avesse animosità: ma egli non fa di quegli animosi che bravano gli osti, squartano i santi e rompono le pentole ed i piattelli.
— Era un coraggioso, osservò il segretario, non un empio. #
— Cosi appunto. Nel 1527 entrò alla vita militare, ed assistette colla gente del Comune di Firenze alla spedizione del reame di Napoli fatta dai Francesi. Poi andò qual deputato militare a Barletta, quindi podestà di Radda, e segretario dei commissari in Val di Chiana; poi egli, stesso commissario militare a Prato e ad Empoli.
— Quante occupazioni! osservò il maestro.
— Però i suoi chiari fatti cominciarono nel 1529. In effetto fu egli che tolse agli Spagnuoli la terra di Sam-miniato, nella qual fazione fu il primo a montar sulle mura: ed egli fu che, con piccola scorta, vettovagliò Firenze assediata strettamente.
— Ciò basta a mostrarlo buon figlio del suo paese.
— Ma le cose di quell'assedio andavano di giorno in giorno peggiorando; ed ai più coraggiosi veniva meno l'animo, ed ai vili cresceva. Il generale Malatesta Baglioni svolgeva le fila d'un tradimento, che troppo tardi Ai svelato, e alla cui vendetta non rimase altro che la storia. Misera vendetta! perchè non valse che a maledire le infamie, senza togliere i meschini popoli alTabbiezione del servaggio.
— Purtroppo è così! osservava sospirando il segretàrio; la cui patria gemeva ancora in servitù.
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