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Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 191 —
   nana gK è cognito, faccia grazia di narrarcelo, e noi l'ascolteremo.
   — La mi fa celia! Ma io non so narrare. Io faccio il cartaio non faccio il novellatore.
   — Oli via via! nate compiacente, disse il signor
   Niccolò.
   — Sì sì, soggiunse Bartofino; e questa non è mica la sto...toria della Civetta.
   Marcellino allora, levandosi in piedi, prosegui: il Ferruccio a Gavinana era dappertutto, gridando: Firenze sta in voi; animo, cittadini, Firenze sta in yoi. E fiera-mante combatteva. L'Orange cadde morto, e l'esercito nemico era scorato. Se non che sopraggiunta una nuova schiera di lanzi, si rinfrescò la pugna più accanita che mai. U Ferruccio era stretto da tutte le parti, ma non si arrese. Anzi, abbassato il capo, come toro ferito da'cacciatori, si spingeva nel più folto della mischia. Un capitano de'suoi volle fargli scudo del proprio corpo, ma il Ferruccio bruscamente sei levò d'innanzi.
   — Oh! '
   — Già da molte parti del corpo gli usciva il sangue; ed egli pure intrepido! Ma finalmente caduto a terra, fu preso. Condotto alla presenza del Maramaldo, costui, feroce come i barbari, offese il Ferruccio di villane parole; e fattolo spogliare, gli fu sopra con sogghigno d'inferno, e trafittolo di pugnale nel còllo, comandò ai soldati che il finissero....; e il Ferruccio fu morto!
   A queste parole il buon Toscano era commosso siffat-
   *