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Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

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a cura di Federico Adamoli

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   tornente, che non poteva più favellare, e tatti gli astanti ne furon pure commossi. Perciò si fece un poco di silenzio, interrotto solo dai Binghiozzi de'più giovani, e da qualche sommessa frase del signor Niccolò, die non aveva nò voglia nò forza di fare una tirata delle sue solite.
   Alla fine il signor Teòtimo pigliò la parola dicendo : Bravo, signor Marcellino! bravo davvero! Ed intonato l'applauso, fu seguito da un batter di mani strepitoso, che rintronava per quel campestre recinto. Dopo di che il signor Teòtimo prese a dire : Se non temessi di noiarli, toccherei di due eroi improvvisati: Pietro Micca e Balilla.
   — Sì sì, gridò il maestro col segretario.
   — Sì pi, ripetè l'organista col signor Niccolò. Ed il valente narratore, raccolte alquanto le idee, incominciò: Di Pietro Micca non posso dire le vicende della vita, la quale tutta si compendia nell'eroismo della morte. Ei fu di Sagliano d'Andorno nel Biellese; ed era sergente minatore* Aveva moglie e un bel bambolino, e contava l'età di 29 anni, quando nel 1706 i Francesi, che avevano invasi pressoché gl'interi Stati di Casa Savoia, si appressarono a Torino, e la strinsero d'assedio. Erano di gran numero, ed occupavano tutto il piano della Madonna di Campagna. Tremavano di rabbia i cittadini, ehe abbonivano da servitù; ma non potevano resistere al numero sterminato de'nemici, ed al loro impeto marziale. U Duca Vittorio Amedeo II uscì di città per tener
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