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Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

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a cura di Federico Adamoli

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   cipe* IP abbiano essi la tutela. Va fuggi f ch'io vojfVo salvare la città ». L'altro fuggi; e non era lontano cento passi, ohe Mieea mandò in aria la porta, il ponte, il fortino, con tire compagnie di granatieri francesi, e mìa batteria di quattro cannoni.
   — Ed egli?
   — Ed egli fu trovato morto, a quaranta pasèi di distanza dalla mina, arso ed affumicato, e ooìla mieeia stretta in pugno.
   — E i Francesi?
   —I Francesi non entrarono, tanto li prese lo i$a vento: i Torinesi» inveee pigliarono coraggio, é ai .posero alle difese con ardore indescrivibile. Questo accadeva l'ultimo giorno d'agosto. — Intanto il Prineipe Eugenio, ch'era a Voghera con un esercito, guadava il Tànaro e la Bòrmida* e giungeva il giorno 6 di settembre a Carmagnola, dove s'abboccava con Vittorio Amedeo.
   —¦ Respiro! disse il signor Filippino.
   — L'otto settembre, giorno della Madonna, fu combattuta poi la gran battaglia di Torino, eolia vittoria de' Sabaudi e la sconfitta dei Francesi.
   Bravo!
   — E a chi si deve la salute di Casa Savoia? A>Pietro Micca, che sgominò da sè solo un grosso e baldanzoso esercito, che già si credeva di fare sventolare la sua bandiera sulla torre di S. Giovanni e sul maschio della cittadella. Micca mori e salvò la patria ; salvò