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Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 197 —
   ri pomo a gridar disperati: Iesus, lem! non piò fuoco; sima cristiani!
   — Cristiani per la paura, interruppe il signor Niccolò: non erano cristiani quando battevano, brutalmente i cittadini.
   — Così Genova cacciò gli Austriaci, per V ardimento di Balilla, che fu secondato eroicamente dal popolo, il quale con impeto improvviso rivendicò quella libertà, che aveva perduto sventuratamente.
   —- Qui si può dir col Petrarca, osservò il maestro
   Poca favida gran fiamma seconda.
   — Viva dunque Balilla! intonò Leonzio.
   — Yiva Balilla! ripeterono tutti.
   — Per quest'oggi, disse il narratore, faremo pausa. Domenica, se mi onorano di lor concorso, forò il riepilogo, chiuderò *i miei racconti, avendoli continuati anche troppo, tanto da rendermi .fastidioso.
   — Hai più, mai più, sclamarono in ooro gli astanti: ci duole anzi che le nostre conversazioni debbano finir troppo presto; ma (proseguì l'organista) necessitas non habet Ugem. £ sorridendo s'avviava.
   Gli altri tutti partirono, stringendo prima la mano al signor Teòtimo. £ mentre se n'andavano, il signor Niccolò (come se un lampo gli balenasse al pensiero) si fece in mezzo a quella gente, ed esclamò ». Sabato sull'imbrunire, siate in Pian di Hàcina, dove sarò io pure, e vi dirò come solennizzare l'ultima conversazione.