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Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   sventolare tante bandiere disposte a trofeo, ed affidate alle dodici antenne che chiudevan l'area circolare per la baldoria della sera. Dimandò che fosse quella novità, e tutti fingevano di non conoscerne l'autore. Il signor Teòtimo però seppe dal proprio cameriere, come tatto queir apparecchio fosse stato diretto dal signor Niccolò: laonde commosso per sì gentile e nuovo pensiero, fatta appena colazione, insellò un cavallo, e sali alla villa del signor De' Grassi per ringraziamelo. Yi giunse non avvertito da nessuno, perchè l'ottimo signore stava in una sala a pianterreno, dove faceva un chiasso che pareva un comandante d'esercito. Ella, diceva, ella, signor Strauss (e quando dico Strauss intendo significare un valente direttore d'orchestra), farà studiare una marcia a' suoi professori colla quale discenderemo alla Colombaia quand'io darò il segnale delle mosse: giunti colà, sarà eseguita una sinfonia a piena orchestra; e le turbe, che ne faranno codazzo, andran gridando tratto tratto: Viva il signor Teòtimo, viva il benemerito signor Teòtimo!
   A questo invito del signor Niccolò, i sonatori e pochi altri che si trovavano presenti, tratti quasi da i-stinto irresistibile, si posero a gridare: « Viva il signor
   Teòtimo!..... e intanto il signor Teòtimo, che metteva-
   piede in quella casa del buon cuore e della buona amicizia, con voce commossa rispondeva: grazie! grazie!... ed abbracciava teneramente il signor Niccolò.
   Questi, còlto all'impensata, disse: