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Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

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a cura di Federico Adamoli

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   — 209 —
   moderna civiltà; ma avrei amato che nel suo discorso fosse fatto cenno anche de'primi fra gli stranieri, affinchè non paresse che fuor d'Italia fosse buio ed ignoranza, e solamente fra noi s'abbia luce, sapere ed ingegno.
   — Ella osserva assai bene, rispose il «gnor Teòtimo; ma il sindaco Pepoli non è uomo tanto acciecato del santo amor nazionale, che non vegga, o non voglia vedere le glorie degli altri, metterle in vista de'cktadini ed esaltarle acconciamente. Infatti nel discorso che egli tenne per la solenne premiazione del 1862 agli alunni delle scuole serali, toccò ancora di segnalati stranieri e ne fece le dovuie lodi. Ed ecco le .sue parole: « Il > cittadino e l'uomo de'campi, l'adulto ed il giovine, il » ricco ed il povero, in qualsivoglia scienza, mestiere » od arte può per onorate fatiche giungere ad altissimo « segno ». — Ed avendo portato l'esempio del bolognese Fioravanti per incoraggiare chi s'è dato all'architettura ed alla meccanica; di Benvenuto Celimi per chi lavora metalli; del Maioli per chi si è messo a legar libri; passa in rassegna alcuni forestieri che da umile stato si levarono a ragguardevole condizione, e dice come segue: « Il Paxton era garzone ortolano, ed in-» ventò e fece nell'Inghilterra l'edilìzio famoso che si » nomò — Palazzo di Cristallo — dove il ferro ed il » vetro, adoperati a nuovi elementi nella statica, crea-» rono la distintiva forse unica nell'architettura dell'età » presente. Il Paxton ora siede nel Parlamento e nel S. Mozzi. 14
   è
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