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Fisica

Oreste Murani
Ulrico Hoepli, 1921, pagine 994

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parallelogrammo delle forze
   71
   A C rappresentino rispettivamente gli spazi che quel punto percorrerebbe in un secondo per effetto delle forze date, se ciascuna agisse da sola, e perciò anche le accelerazioni impresse.
   Ora noi sappiamo (§ 33) che il mobile si troverà alla fine dello stesso tempo in D; ossia la diagonale A D del parallelogrammo rappresenterà lo spazio realmente percorso da A per l'azione simultanea di quelle due forze. E poiché le forze che agiscono su uno stesso punto stanno fra di loro come le accelerazioni che gli comunicano, i lati del parallelogrammo, invece di rappresentare spazi o accelerazioni, possono rappresentare le forze ac-celeratrici P1, P,2 agenti sul punto, e la diagonale allora rappresenterà in grandezza e direzione la forza risultante, una forza cioè che da sola produrrebbe esattamente lo stesso effetto di quelle date.
   Dunque, se si costruisce un parallelogrammo di cui due lati contigui rappresentano in direzione e grandezza due forze agenti sullo stesso punto (forze componenti), la diagonale di questo parallelogrammo rappresenterà in direzione e grandezza la forza risultante.
   Vedremo in seguito una verifica sperimentale di questo importantissimo enunciato (§ 54).
   52. Scalari e vettori; somma di più vettori. — Crediamo utile di dire sin d'ora che le grandezze si distinguono in scalari e vettori: si dice scalare una quantità, se a definirla basta assegnare la specie e darne il valore col numero (intiero, frazionario, irrazionale, positivo o negativo) che esprime il rapporto fra essa e un'altra grandezza della stessa specie assunta come unità; ne sono esempi il tempo contato da un certo istante preso come origine, il volume ili un corpo, la massa, la temperatura, ecc., ecc. A definire invece un vet-