gressi; laddove io, come individuo, non posso dire che il mio solito camminare è sempre in direzione di un viaggio verso oggetti non raggiunti per anche, o che la mia occupazione abituale nel mio studio conduca necessariamente alla scoperta di una nuova verità.
L'occupazione abituale di una nazione, finché è in sanità, e dunque necessariamente riproduttiva; quella dell'uomo no. Per conseguenza una vera politica conservatrice è, per una nazione, la politica del progresso, perchè, senza esercizio, il corpo politico languirebbe e morirebbe; e, coli'esercizio, esso deve, se è in sanità, accrescere i sussidi che dànno forza contro i nemici esterni, ed, ampliando i mercati del lavoro, interessare un maggior numero di cittadini al mantenimento dell'ordine domestico.
Ma il progresso non vuol dire trasformazione; vuol dire avanzamento verso lo sviluppo più pieno di forza di cui sia capace un umano organismo, sia esso d'un uomo o d'una società. Quel eh'è progresso in uno Stato, può esser paralisi in un altro. Ogni Stato di pri-m'ordine nell'Europa incivilita ha quel che gli inglesi chiamano idiosincrasie (specialità di costituzione, temperamento o carattere); il suo vero progresso consiste nello sviluppare queste idiosincrazie ; e sarebbe la sua rovina scam-