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E come i padrini, in quell' epoca più che disgraziata, curiosa, non facevano difetto ; cosi, ad ogni momento, anche per le strade di Parigi, si duellava di santa ragione.
Tra i più terribili e pericolosi sfaccendati a mezza paga di quel tempo, primeggiava il colonnello in riforma Barbicr-Dufai, terrore di tutte le mamme e di tutti i babbi, nonché dei giovani ufficiali in attività di servizio.
Onde s'abbia un'idea del carattere strambo e pericoloso del colonnello Dufat, eccovi una delle mille sue gesta.
Un giorno, più triste degli altri, il colonnello, accasciato dalla noia dell'ozio, se ne va a passeggiare in cerca di lavoro e prende di mira un bel giovanotto, ufficiale della Guardia reale.
Il colonnello lo avvicina e senza tiyiti complimenti gli posa la sua scarpa sul piede.
— Ma state dunque attento, signore! esclama tranquillamente il tenente Raoul, continuando la sua strada e chiacchierando con altri colleghi ed amici.
La condotta calma, dignitosa, corretta dell'ut'ficialetto non collimava proprio coi piani del colonnello DufaT, che maggiormente irritato, rifa premuroso la strada per lavorare di gomito sul fianco di Raoul.
— Vi ho già pregato di prendere meglio le vostre misure nel camminare; osservò correttamente il giovanotto.
— Cammino a mio modo, io; né mi preoccupo affatto delle persone che posso pestare, urtare, o spingere; replica risentitamente Dufal', piantandosi di fronte al tenente Raoul.
— Ma non capisci, esclama uno dei compagni di Raoul, che il signore è alla ricerea di una questione e che ti ha scelto?...
— Buon Dio! Raoul rimanda. Io piombo qui dalla mia pi'ovincia e non sapevo che a Parigi, un uomo dell'età di quel signore potesse a sangue freddo insultare il primo venuto....
E il colonnello :
— Non si può essere più] ingenui !... Ma non siete voi, bravo giovanotto, che ho voluto insultare, sibbene la coccarda che portate!...