Stai consultando: 'Il carattere ', Samuele Smiles (traduzione di P. Rotondi)

   

Pagina (12/417)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (12/417)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Il carattere

Samuele Smiles (traduzione di P. Rotondi)
G. Barbera Editore Firenze, 1872, pagine 375

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   XVI1II MEMORIE DI SAMUELE SMILES.
   quali non faceva alcun uso. Di questi certamente il più importante era quello della educazione, che ogni uomo in uno stato libero, col tempo e con la volontà, potrebbe piò o meno far valere affine di perfezionarsi a vantaggio proprio ; quello per cui ogni uomo è libero di arricchirsi la mente di cognizioni senza le quali a niuno è dato di prosperare, d'incivilirsi, di rendersi felice e veramente libero.
   Inspirato da questi concetti, fece un discorso ad una società di mutuo perfezionamento di giovani, i quali desideravano di ascoltare la sua parola, com'ebbe a descrivere nella prefazione alla prima stampa del libro Self-Help. Il medesimo discorso ei ripeteva con qualche aggiunta ai giovani addetti alla chiesa cattolico-romana in Leeds, nell'istituto tecnico della stessa città, e in altri luoghi. Questo discorso fu pubblicato nel 1845 col titolo Educazione delle classi operaie; il quale scritto, pochissimo conosciuto allora, adesso è affatto dimenticato.
   I brani seguenti sono tolti da quel discorso. Dopo di aver recato gli esempi d'uomini di sommo valore, i quali superando le più ardue difficoltà finirono per onorare il mondo, arricchire la letteratura, e promuovere le scienze, le arti e il commercio del loro paese, ei diceva:
   « Ora io non vorrei che vi fosse qualcuno, il quale pensasse — perchè ho fatto menzione di molti individui sollevatisi con la educazione propria dalla povertà al sommo degli onori, e non pochi a ragguardevoli ricchezze — che a queste cose soltanto si debba mirare, e che la coltura dell'intelletto debba solamente riguardarsi quale un mezzo di salire ad un grado più alto di quello che ora sì ha nel mondo. Questo sarebbe un grave errore, e chi vi persistesse, ne avrebbe disinganni.
   » Citandovi quelli esempi ebbi in animo di dimostrarvi che niuna avversità, foss' anche la più dura miseria, può impedire all' intelletto e alla coscienza dell' uomo di elevarsi, ove a ciò sia determinato ; che l'uomo può vincere ogni ostacolo e soggiogarlo; che il sapere non è retaggio