8 li' ONESTÀ DEL CARATTERE. [CAP. I.]
Lutero, morendo, non lasciò, come si legge nel suo testamento « moneta contante, o tesoro coniato di alcuna specie. » Vi fu un tempo eh' egli era tanto povero, da dover procacciarsi il pane con lavori di tornitore, o di giardiniere o di orologiaio. Eppure nel mentre eh' egli doveva così adoperare le mani, stava formando il carattere della sua patria, ed era moralmente più forte e assai più onorato e seguito di tutti i principi della Germania,
Il carattere è una proprietà, e il più nobile dei possessi. È un bene che gode la generale approvazione e il rispetto di tutti gli uomini ; e quelli che su di esso fanno assegnamento, quand'anche non ottengano mondane ricchezze, troveranno il loro premio nella stima e nella fama bene ed onorevolmente conseguita. Ed è giusto che nella vita le buone qualità siano in pregio ; che l'operosità, la virtù e la bontà abbiano eminente posto nelP altrui estimazione ; e che gli uomini veramente migliori siano considerati sopra gli altri.
La semplice onestà de' propositi può molto nella vita di un uomo, s'egli l'ha fondata sopra un' equa stima di sè stesso e una costante osservanza della norma che sa e si accorge essere la più giusta. Questa onestà mena per la diritta via eh: la professa, gli clà forza e sostegno, e diventa la scaturigine più abbondante di azioni vigorose. « Nessuno (disse una volta sir Beniamino Rudyard) è tenuto ad esser ricco o grande, e neppure ad aver senno ; ma tutti hanno l'obbligo di essere onesti.1 »
Ma il proposito, oltre che onesto, deve essere ispirato da sani principii, e condotto con costante verità, integrità e rettitudine, Senza principii, un uomo è come una nave senza bussola nè timone abbandonata ad ogni vento. Egli è come chi non ha legge, nè regola, nè ordine, nè governo. « I principii morali, dice Hume, sono anche sociali ed universali. Formano in certa guisa
1 Dejate on the Pelition of Righi, A. D. 1628.