[CAP. I.] SHERIDAN E Bl'EKE. 11
compresi da altri; che per qualche tempo la mala fortuna e l'avversità li opprima; ma colla pazienza, col perseverare, nou potranno non ispirar a quando a quando quel rispetto, e ottenere quella confidenza che realmente meritano.
Fu detto di Sheridan, che s' egli avesse avuto un carattere da ispirare fiducia, avrebbe potuto governare il mondo; mentre, per difetto di questo, le splendide sue doti furono in certo qual modo inutili. Egli abbagliava e divertiva, ma non aveva autorità nella vita, o nella politica. Anche il povero pantomimo del teatro di Drary Lane sentivasi a lui superiore. Ond' è che un giorno, mentre Delpini sollecitava l'impresario perchè gli pagasse quanto ancor gli doveva di salario, avendolo Sheridan bruscamente rimproverato, e dettogli eh' egli dimenticava chi fosse : « No davvero, signor Sheridan, » colui rispose : « io conosco molto bene la differenza che passa fra noi. Per nascita, lignaggio ed educazione, ella mi è superiore; ma per la vita, pel carattere e per la condotta, le sono superiore io, d'assai. »
All' opposto di Sheridan, il suo compaesano Burke era un grande uomo di carattere. Aveva già trentacinque anni, e non era ancora membro del Parlamento ; eppure ebbe tempo d'imprimere il suo nome profondamente nella storia politica d'Inghilterra. Fu egli uomo di molte doti intellettuali e di trascendente forza di carattere. Aveva tuttavia un lato debole che fu riconosciuto come un serio difetto : mancava di moderazione, il suo genio era immolato all' irritabilità. E senza questa dote della moderazione, una delle minori in apparenza, le più splendide facoltà possono quasi considerarsi di nessun valore a chi le possiede.
A formare il carattere concorrono varii incidenti che l'individuo può regolare e sorvegliare più o meno. Ogni giorno reca seco la sua disciplina, in bene o in male. Non v' è azione, per quanto sia triviale, che non porti le sue conseguenze, come non v' è capello, per