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Il carattere

Samuele Smiles (traduzione di P. Rotondi)
G. Barbera Editore Firenze, 1872, pagine 375

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   42 LA CASA È LA SCUOLA MIGLIORE. [CAP. ii.]
   più lungamente possibile, dice Southey, la più lunga metà della vita è sempre il corso dei primi vent'anni, » i quali anche ben più d' ogni altra età sono gravi di conseguenze. Quando quel maldicente del dottor Wolcot, distrutto dai vizi, giaceva sul suo letto di morte, un amico gli chiese se poteva fargli cosa che gli fosse grata: « Sì, rispose coii calore il moribondo, se puoi fare che mi sia restituita la giovinezza. » Ridatagli questa, credeva egli che si sarebbe pentito, si sarebbe rifatto altro uomo. Ma era troppo tardi ! La sua vita era legata e fatta schiava dalle catene della consuetudine.1
   Il maestro di musica Gretry, stimava tanto l'importanza della donna come educatrice del carattere, che disse, una buona madre « essere il capolavoro della natura. » E aveva ragione : perchè le buone madri. assai più de' padri, tendono alla incessante rinnovazione del genere umano, creando, come fanno, l'atmosfera morale della casa, che è il nutrimento della parte morale dell' uomo, come l'atmosfera fisica lo è della sua struttura corporea. Colla dolcezza de'modi, la soavità, la gentilezza, accoppiate ad intelligenza, la donna circonda la famiglia di una diffusa aura di serenità, di contento e eli pace, opportunissima al formarsi delle più pure al pari che delle più vigorose nature.
   Per tal modo, anche la più povera abitazione, presieduta da una donna virtuosa, industriosa, di umor gaio, e amante della nettezza, può essere un asilo di comodità, di virtù, di contento; può essere la scena eli ogni più nobile azione della vita domestica ; può diventar cara ad un uomo per molte deliziose associazioni ; può essere un santuario pel cuore, un rifugio
   1 Parlando della forza della consuetudine, sant'Agostino nelle Confessioni dice : « Delia mia volontà s'impossessò 1' Avversario (il demonio), quindi ne fece per me una catena e mi legò. Poiché da una volontà traviata nacque un intemperante agognare ; e questo, assecondato, si fece consuetudine ; la quale non incontrando resistenza, divenne necessità. Per mezzo di questi anelli, per così esprimermi, insieme congiunti (ond' è eh' io li dicessi una catena) una grave servitù mi allacciò e mi tenne soggetto. «