[CAP. II.] LA MADRE DEL LAMARTINE. 55
   scendesse a vera esagerazione, invece d'esserne contenuto; 1 ed egli fu poi in tutti i suoi giorni vittima delle lagrime, degli affetti, e della improvvidenza. È poco men che ridicolo udire Lamartine, nelle sue Confidences, rappresentare se stesso quale « una statua dell' Adolescenza, eretta a modello dei giovani.2 » E come la madre, anche la patria lo guastò, fino agli ultimi suoi giorni, che furono amari e tristi. Di lui dice Sainte-Beuve : « A lui furono sempre largiti i maggiori doni, de' quali non seppe mai fare buon uso, che disperdeva e dava fondo a tutto, — a tutto, eccetto che alle parole, istrumento inesauribile, sul quale egli non rifinì di suonare, fin eh' ebbe vita, come fosse un flauto incantato.8 »
   Noi abbiamo già nominata la madre di Washington, come una donna espertissima di affari; e l'avere siffatta attitudine, non solo non disdice alle migliori qualità della vera donna, ma in certa misura è indispensabile ai comodi e alla prosperità di ogni ben diretta famiglia. Il saper condurre affari non è utile solo nel traffico, ma pur anche in tutte le occorrenze della vita; è utile per assestare qualche faccenda che vada male, per ordinarla, per provvedere, per fare ec. E sotto tutti questi aspetti il governo di una famiglia, l'amministrazione di una casa, è campo d'affari quanto può esserlo una bottega od uno studio di ragionieri. Yi ci vuol metodo, accuratezza, ordine, operosità, economia, disciplina, accorgimento, cognizione e capacità di adattare i mezzi a un fine. Tutto ciò è indispensabile agli affari; ond'è che P abito degli affari sia così necessario alle donne, le quali vogliono condur bene le cose di casa, — che vogliano veder prospera la famiglia — quanto può esserlo agli uomini nelle faccende del vendere, del comperare, o delle industrie.
   Nondimeno suol prevalere l'opinione, che tali materie non siano da donne, e che la pratica e la capacità per gli
   1 Sainte-Beuve, Causeries du Luridi, I, 23.
   2 Ibid. 1, 22. 3 Ibid. I, 23.