334 HAMILTON E SUA MOGLIE. [CAP. XI.]
parte ad ogni suo studio, leggeva e consultava libri per lui, copiava e correggeva le sue lezioni, lo sollevava di tutte le fatiche nelle quali potesse fare le sue veci. Il tenore di vita di questa moglie fu veramente eroico; e si può dire che se non fosse stato il costante e più che femminile aiuto suo e la rara sua abilità, le maggiori opere di Hamilton non sarebbero mai venute in luce, figli non aveva nelle sue faccende nè metodo, nè ordine ; ma la moglie metodica ed ordinalissima vi suppliva; era studioso ma indolente, ed ella attiva, energica; insomma abbondava di tutte le qualità, che in lui difettavano. Il marito aveva il genio, a cui l'indole vigorosa della moglie dava forza ed impulso.
Quando a Guglielmo Hamilton fu assegnata la cattedra, dopo grave ed anche acerbo contrasto, i suoi opponenti, persistendo a crederlo un visionario, andavano dicendo che non avrebbe mai saputo insegnare in una scuola, e che presto si sarebbe veduto quale errore era stato 1' averlo scelto. Ma egli si propose, col -l'aiuto della moglie, di giustificare quelli che lo avevano favorito, e di provare che i suoi avversari erano falsi profeti. Non avendo allora lezioni preparate, ognuna di queste, nel primo suo corso, fu da lui scritta giorno per giorno, come doveva servire al mattino vegnente; e la moglie vegliava a lungo in sua compagnia per molte notti, copiando in pulito queste lezioni dai fogli eh' egli aveva affrettatamente scarabocchiato nella stanza attigua. « Qualche volta (dice il suo biografo) il soggetto delle lezioni era più arduo dell' ordinario ; e Guglielmo allora continuava a scrivere fino alle nove del mattino, mentre la fedele ma stanca sua copista, era caduta addormentata sopra un tettuccio.1 »
Talora egli differiva l'ultimo tocco da darsi a queste lezioni fino quasi all' ora di leggerle ; e così assistito potè completare il corso, farsi nome di egregio inse-
1 Memoirs of Sir William Hamilton, di Veitch.