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Il carattere

Samuele Smiles (traduzione di P. Rotondi)
G. Barbera Editore Firenze, 1872, pagine 375

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   [CAP. XI.] LA DONNA COLLABORATRICE.
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   gnante, ed essere poi stimato dall'Europa tutta come uno degli intelletti preponderanti del suo tempo.1
   La donna che colla sua presenza ci ricompone l'animo agitato, che colla dolcezza del temperamento e con la soavità dei modi acqueta e spegne ogni nostro turbamento, è una consolatrice insieme e un vero aiuto. Niebuhr parla sempre di sua moglie, come di una collaboratrice in questo significato. Senza la pace e il conforto che provava con lei, egli, per l'indole sua, si sarebbe affannato sempre senza concludere mai nulla. « La piacevolezza del suo carattere e il suo amore (dice egli) mi trasportano lontano dal basso mondo, e in certo modo mi separano da questa vita. » Ma essa
   1 11 seguente brano della biografia scritta da Veitch, potrà dare un'idea delle straordinarie fatiche della signora Hamilton; alla quale, per la costante assistenza che prestò al marito, il mondo filosofico va debitore di tanto: «Fa stupore a vedere (dice Veitch) quante siano le pagine di sua scrittura, che ancora si conservano, piene di astrusa materia metafisica, originale o citata, ed irte di formole proporzionali e sillogistiche. Tutto quanto era mandato dal marito alla stampa, e tutti i corsi delle sue lezioni, furono da lei scritti, o dietro dettatura o copiando ; e questo lavoro Io faceva animata dal più sincero spirito di amore e di devozione. Ella inoltre sapeva impedire che 1' attenzione del marito divagasse da cièche stava facendo; e combattè molto abilmente una specie d'inerzia a cui egli andava soggetto, per la quale, mentre attendeva ad un lavoro, sentivasi tentato di lasciarlo da parte, talvolta distratto da nuovi soggetti d'indagini che gli si offrivano mentre studiava la materia a cui aveva posto mano, ed altre volte anche per sentirsi venir meno il coraggio, vinto dalla difficoltà di ordinare la immensa congerie di materiali, che in quello studio era venuto accumulando. In tali casi il di lei spirito risoluto e sereno lo sosteneva e rinvigoriva ; e ciò segnatamente negli ultimi dodici anni della sua vita, quando le forze del corpo gli andavano sempre più scemando, e lo spirito, sebbene illanguidito, non cessava ancora dal lavoro mentale. Il vero si è che il matrimonio di Hamilton, il limitato suo avere, e il carattere di sua moglie, giovarono a una natura, la quale si sarebbe appagata di adoperare le sue grandi facoltà in opere che non danno altro frutto all' infuori del piacere di concepirle; e che ben poteva restare per sempre ignota, o senza alcuna utilità, la forza e l'impulso che lo resero capace di condurre a termine quanto ha fatto nella letteratura e nella filosofia. Fu questa forza senza dubbio che lo preservò dall' immergersi totalmente in quel suo mondo d'idee, peregrine, nobili, elevate, ma sempre più trascendenti. Senza di questa egli forse sarebbe restato per tutta la vita placidamente assorto nelle astrazioni ; e il mondo, non udendo alcuna ben definita conclusione del suo meditare, sarebbe stato compreso da inconscia e misteriosa meraviglia per questo sapiente, la cui dottrina non recava profitto di sorta. »