342 HERDER. [CAP. XI.]
fauni e inquietudini e molesti pensieri ? Ella non provò mai forse una letizia intiera; ma quali ineffabili dolcezze, quali gioie sublimi, affascinanti deve 1' amore al dolore ! In mezzo ad ansietà sempre crescenti, col cuore torturato e angustiato, io, anche per la perdita onde m' erano cagionate quella angoscia e quelle ansietà, sono stato inesprimibilmente felice ! Quando le lagrime scorrevano sulle nostre guancie, io sentiva un piacere che non ha nome e assai di rado si prova, serpeggiare nel mio petto oppresso non meno dalla gioia che dal dolore ! »
Gli amanti tedeschi esprimono il loro affetto con sentimento così vivo, che ai lettori di altre nazioni sembra strano ; come si può vedere nelle vite di Novalis, Iung Stilling, Fichte, Gian Paolo Richter, e d'altri che sarebbe facile citare. Una promessa di matrimonio per i Tedeschi è cerimonia importante quasi come le nozze medesime ; e dopo quella, è concessa libertà ai loro sentimenti di manifestarsi senza ritegno ; mentre gli amanti inglesi sono impacciati, scontrosi, e sembrano quasi arrossire dell'amore che provano. Prendiamo, a cagion d' esempio, il caso di Herder, che fu veduto per la prima volta dalla futura sua sposa in pulpito. « Ho udita (ella dice) la voce di un angelo, e parole che andavano talmente all' anima, come non ne aveva mai udite prima. L' ho veduto di nuovo dopo il mezzogiorno, e ne lo ringraziai balbettando, e da quell' ora in poi la nostre anime non furono più che un' anima sola. » I due giovani si diedero promessa molto prima di aver i mezzi di sposarsi; ma finalmente poi furono uniti « Ebber luogo le nostre nozze (dice Carolina, la sposa) nella rosea ora di una bella-sera. Eravamo un solo cuore, un' anima sola. » Nè il linguaggio di Herder era meno enfatico : « Ho una moglie (scriveva egli a Jacobi) che è l'albero, la consolazione, la felicità della mia vita. Anche ne' minori e più fuggevoli pensieri noi non siamo che un solo essere! »