348 la scuola dell'esperienza. [cap. xii.]
mai fatto cattiva figura ; come non ha mai fatto buona figura chi non lo seppe. » Nulladimeno vi hanno sempre uomini pronti a giudicare dell' altrui capacità, assai più che della propria. « Conducetelo a me (diceva un certo dottor Tronchin di Ginevra, parlando di Rousseau), conducetelo a me, eh' io veda se costui vale alcun che ! » ma era più probabile che Rousseau, il quale conosceva meglio sè stesso, fosse in grado di giudicare Tronchin, anziché questi Rousseau.
Una certa cognizione di sè stesso è dunque necessaria a chiunque voglia essere qualche cosa, o fare qualche cosa in questo mondo; ed è anche uno de' requisiti più essenziali per sapersi formare convinzioni veramente proprie. Federico Perthes disse una volta a un suo giovane amico: cc Tu sai molto bene ciò che puoi fare ; ma finché non saprai anche ciò che non puoi fare, non trarrai a compimento nulla che valga, e non avrai mai pace interna. «
A chi vuole approfittare dell' esperienza, non ripugnerà mai di farsi assistere. Colai che si crede tanto perfetto da non avere alcun bisogno d'imparare da altri, non farà mai nulla dì buono e di grande. Dobbiamo tener sempre schiusi mente e cuore a ricevere, e non vergognarci mai d'imparare da coloro che sono esperti e ne sanno più di noi.
Chi acquistò senno per esperienza, procura sempre di giudicare ponderatamente tutto ciò che si offre alla sua osservazione, ed è il costante obietto della sua vita giornaliera. Ciò che è detto senso comune, non è altro quasi sempre che il frutto della comune esperienza sago giamente corretto ; e per giungere a possederlo non occorre grande abilità, ma piuttosto pazienza, accuratezza e vigilanza. Hazlitt stimava che siano gli uomini di maggior senso coloro che hanno intelligenza e pratica d'affari e di mondo ; i quali sono soliti argomentare da quanto vedono e conoscono, e non si perdono in sottilissime distinzioni intorno a ciò che le cose dovrebbero essere.