[CAP. XII.] ROMANZO E REALTÀ. .351
ancora eseguire. Questo è molto favorevole altresì alle facoltà produttive, ispirando fiducia e speranza, e facendoci sopportare di buono e lieto animo le più aride particolarità degli affari.
Dice Enrico Lawrence che « una ben temperata combinazione di romanzesco e di realtà è utile più cbe
mai alla umana esistenza.....L' amore del romanzesco,
o entusiasmo che dir si voglia, deve essere considerato come una facoltà conceduta alla mente umana per renderla atta a intraprendere e condurre a fine i suoi più alti propositi. » Lawrence consigliava sempre i giovani a non reprimere l'entusiasmo, ma studiosamente coltivarne e dirigerne il sentimento, essendoci stato dato con un fine alto e sapiente. « Quando le due facoltà del romanzesco e della realtà (dice egli) si fondono temperatamente insieme, questa, per una diritta ma scabrosa via, tenta raggiungere uno scopo desiderabile e possibile, mentre il romanzesco inganna la noia di quella via coli' additarne le bellezze, e così ci ispira profondo convincimento che anche in questa cupa e materiale esistenza, si può godere una gioia scevra da ogni contrario elemento, una luce che sempre più brilla quanto più ci andiamo avvicinando al giorno immortale.1 »
Fu veramente un pronostico del carattere di Giuseppe Lancaster il fatto eh' egli all' età di soli quattordici anni, dopo aver letto il libro di Clarkson sul Commercio degli Schiavi, formasse il proposito di abbandonare la casa paterna e recarsi alle Antille per insegnare a legger la Bibbia a quei poveri Xegri, E si mise realmente in cammino, portando nel fardello una Bibbia e il Pilgrìm's Progress, e poche lire nel borsellino ; ed anche gii venne fatto di giungere a quelle isole, dove, senza dubbio, non sapeva nemmen egli come mettersi all' opera divisata. Se non che i desolati
1 Calcutta Revieio, 1' articolo Romance and Esaliti/ of Indio,ri Life (Romanzo e Realtà della Vita Indiana).