354 LA POVERTÀ È UNO STIMOLO. [CAP. XII.]
Per la stessa ragione è non di raro giovevole dover lottare colla povertà e vincerla. « Chi ha combattuto (dice Carlyle), non foss' altro che colla povertà e colle ardue fatiche, sarà sempre più forte ed esperto di colui che ha potuto star lontano dalla battaglia, appiattato fra i carri de' viveri, od anche giacere inosservato fra i bagagli e le munizioni. »
Coloro che amarono d'istruirsi, hanno sempre trovato meno grave il sopportare la povertà, che non la impossibilità di studiare. Più della povertà, all'intelletto nuoce 1' opulenza. « Non posso astenermi dal dire alla Povertà (scriveva Richter) : sii la benvenuta, purché nel corso della vita tu non giunga troppo tardi ! » Orazio dice che la povertà lo trasse a farsi poeta, e la poesia gli fece conoscere Varo, Virgilio e Mecenate. « Gli ostacoli (dice Michelet) sono grandi incentivi. Io vissi parecchi anni con un solo Virgilio, ed era felice. Un volume scompagnato di Racine, comperato a caso sopra un muricciolo, creò il poeta di Tolone. »
Si dice perfino che gli Spagnuoli fossero tanto disumani da rallegrarsi della povertà di Cervantes, perchè credevano che in migliore stato egli non avrebbe mai scritto le sue grandi opere. Andato l'arcivescovo di Toledo a far visita all' ambasciatore di .Francia in Madrid, i gentiluomini del seguito di questo parlarono con grande ammirazione degli scritti dell' autore del Don Chisciotte; e dissero che molto desideravano di poter conoscere colui che aveva loro procurato tanto diletto. Fu risposto loro che Cervantes aveva portate le armi per la sua patria, ed ora era vecchio e povero. « Come ! (esclamò uno di quei Francesi) il signor Cervantes non è uomo agiato ? E perchè dunque non è mantenuto a pubblica spesa? « — «Dio guardi che venga soccorso ! (gli fu detto). È il bisogno che lo fa scrivere ; è la sua povertà che arricchisce il mondo !1 »
' Essays di Prescott, artic. Cervantes.