[CAP. XII.] VENDETTE DEL TEMPO. 359
e sostituitovi un pomposo e bugiardo epitafio che si credette più onorevole al grande poeta nazionale del Portogallo.
Anche Michelangelo per quasi tutta la vita fu perseguitato dall' invidia di nobili abietti, di preti volgari e di uomini sordidi d' ogni condizione, che nè potevano apprezzare il suo carattere, nè intendere il suo ingegno. Avendo Paolo IV riprovato alcune parti del suo Giudizio universale, P artista osservò che « il Papa avrebbe fatto meglio a procurare di correggere i costumi disordinati e le indecenze che invadevano la terra, anziché censurare così aspramente 1' arte sua. »
Il Tasso pure fu vittima di quasi continue persecuzioni e calamità. Dopo esser stato chiuso in un manicomio ben sette anni, dovette andar ramingo per l'Italia; e venuto a morte, dal suo letto scriveva : « Non è più tempo eli' io parli della mia ostinata fortuna, per non dire dell' ingratitudine del mondo, la quale riuscì a condurmi alla sepoltura mendico. «
Ma il Tempo sa fare strane vendette. Spesse volte perseguitati e persecutori si scambiano il posto, e quelli si vedono essere i grandi, questi infami. I nomi stessi dei persecutori sarebbero assai volte andati in dimenticanza da gran tempo, se non fosse che entrano nella storia delle loro vittime. Per esempio, chi ora saprebbe alcun che di Alfonso duca di Ferrara, s' egli non avesse fatto imprigionare ii Tasso? 0 chi mai avrebbe udito parlare del Gran Duca di Wurtemberg, che viveva no-vant' anni fa, all' incirca, se costui non avesse molestato lo Schiller ?
Anche la Scienza ha avuto i suoi martiri, che si aprirono una via alla gloria combattendo contro difficoltà, persecuzioni e dolori d'ogni sorta. Non ripeteremo quanto già abbiamo detto di Bruno, Galileo ed altri,1 perseguitati per la supposta eterodossia de' loro
1 Vedi capitolo V, pag-, 126.