362 UOMINI OPEROSI IN PRIGIONE. [CAP. XII.]
delle nuove scoperte, nel quale tutti i punti a cui Flin-ders e i suoi predecessori avevano già posto un nome, erano di bel nuovo denominati. Finalmente, dopo sei anni di carcere, Flinders fu lasciato libero, ma la sua salute era in uno stato deplorabile; nulladimeno egli continuò a correggere le sue carte, e a scrivere la relazione delle fatte scoperte, fin eh' ebbe vita. Non campò che il tempo necessario per rivedere l'ultimo foglio del libro che clava alle stampe, e morì il giorno appunto che veniva pubblicato.
Uomini di grand' animo seppero non di raro trar profitto di una solitudine a cui forzatamente si videro condannati, e fare in quel tempo opere di molta importanza. Nella solitudine sorge più vivo il desiderio di affinare lo spirito : in quell' isolamento 1' anima comunica con sè stessa, e può avvenire che la sua energia s'accresca intensamente. Ma il saper trarre, o no, partito dalla solitudine, dipende soprattutto dal temperamento, dall' educazione, dal carattere di chi vi e esposto. Il cuore già puro di un uomo magnanimo, ne sarà fatto più puro; ma il cuore indurito di chi è d'animo basso, non farà che indurire sempre più; imperciocché se la solitudine alimenta i grandi spiriti, ella è tormentosa ai codardi,
Boezio scrisse in carcere la Consolazione della Filosofia, e Grozio il Commentario sopra san Matteo, che è stimata la sua migliore opera d; critica biblica. Buchanan, compose la bella Parafrasi dei Salmi, imprigionato in una cella di un convento portoghese. Il frate Campanella, patriotto italiano, caduto in sospetto di congiurare contro il governo straniero, fu per ventisette anni chiuso tra quattro mura di una segreta di Napoli, nel qual tempo, non potendo veder la luce del sole, cercò di elevarsi a maggior luce, e creò quella Gi-vitas Solis (Città del Sole) che fu tante volte ristampata e tradotta in varie lingue d'Europa. Nella Torre di Londra, Raleigh scrisse la sua History of the World