364 SCRITTORI ILLUSTRI IN PRIGIONE. [CAP. XII.]
   (uno di quelli che hanno maggiormente scritto in prigione), e molti altri. Eliot mentri era più gelosamente custodito nella Torre di Londra, compose quel suo uobile trattato che ha per titolo The Monarchi) of Man (la Monarchia dell' Uomo). Il poeta Giorgio Wither, altro degli imprigionati da Carlo I, scrisse nelle carceri di Marshalsea la famosa Satire to the King (Satira al Re). Sotto la Ristaurazione fu di nuovo imprigionato, e chiuso in Newgate, d'onde venne trasferito alla Torre ; e qui credono alcuni che morisse.
   Anche la Repubblica ebbe i suoi prigionieri. Guglielmo Davenant, per la fede serbata alla causa del re, stette qualche tempo carcerato nel castello di Co-wes, ove scrisse la maggior parte del suo poema Gon-dibert; e si crede gli sia stata salvata la vita per la generosa intercessione di Milton; al quale egli di poi ebbe occasione di ricambiare il benefizio, quando, sotto Carlo II, i di lui giorni erano minacciati. Lovelace, il poeta e cavaliere, fu anch'egli messo in carcere dalle Teste rotonde, e solo potè uscire da Gatehouse sottomettendosi a una enorme malleveria. Ma sebbene soffrisse tanto, e perdesse ogni cosa per gli Stuart, fu da questi dimenticato quando avvenne la loro Restaurazione, e morì sommamente povero.
   Oltre Wither e Bunyan, Carlo II fece imprigionare Baxter, Harrington (1' autore di Oceano), Perni, e molti altri. Tutti costoro alleviarono le ore della prigionia scrivendo. Baxter scrisse alcuni de' più notevoli passi del suo libro Life ancl Times (la Vita e il Tempo), mentri era nelle prigioni di King's Bench; e Penn compose No Cross no Croivn (Nè Croce nè Corona) nella Torre di Londra. Sotto la regina Anna, Matteo Prior stette due anni in carcere per mal fondata accusa di ribellione; e vi scrisse Alma, or Progress of the Soul (Alma, o il Viaggio dell'Anima).
   Dopo d'allora pochi furono m Inghilterra i detenuti politici di qualche fama. I più illustri furono i